La Cerimonia
ISERNIA - In occasione del Raduno degli Alpini tenutosi ad Isernia dal 13 al 15 settembre 2013, nella sala consiliare del capoluogo molisano, alla presenza delle autorità civili e militari, è stata riconsegnata a Giuseppina Danza, sorella del soldato Gaetano, una medaglietta di riconoscimento ritrovata in Russia.
Gaetano Danza, classe 1921, diplomatosi al Liceo classico “Lanza” di Foggia e studente universitario alla facoltà di Lettere Antiche di Firenze, per motivi bellici si trovava nel 1943 in terra di Russia, assegnato con il grado di sottotenente alla Divisione alpina “Julia”; come tantissimi giovani partiti in Russia, Gaetano non riuscì a completare la storica ritirata e i suoi parenti aspettarono invano il suo ritorno. Gli ultimi momenti di vita nel giovane santagatese furono ricordati dallo spietato racconto del tenente Balossi riferito qualche anno dopo ai parenti che nel frattempo si erano trasferiti a Foggia: «Avevo avuto come subalterno il Sottotenente Gaetano Danza nella mia batteria e con lui sono stato fino al 23 Gennaio, giorno in cui cadde sotto un mitragliamento aereo Russo.
Durante la ritirata del mio reparto che iniziò il 17 gennaio ‘43 rimasi sempre con il sottotenente Danza e dividemmo le fatiche di quei giorni. E proprio il 23 gennaio, dopo 6 giorni di marcia nella steppa, giunsero due aurei russi che cominciarono a mitragliare la nostra colonna.
In quel momento Danza stava dietro di me di qualche centinaio di metri. Gli aerei mitragliarono per qualche secondo e un proiettile colpì in mezzo alla fronte Danza.
Ripartii e dopo pochi minuti un soldato al galoppo mi raggiunse e mi comunicò che Danza era stato colpito.
Tornai indietro e raggiunsi Danza che era già morto. Feci scavare una fossa nella neve, adagiai il corpo, lo ricoprii di neve e proseguimmo nella ritirata».
Gaetano Danza
In questi 70 anni la figura del giovane soldato è stata dimenticata e affidata solo alle preghiere del fratello e delle sorelle dinanzi a vecchie fotografie ormai ingiallite fino a che, alcuni mesi orsono, il prof. Giuseppe Scotoni, esperto conoscitore degli eventi bellici in terra di Russia, riceve dalle autorità della provincia di Voronez un piastrino di riconoscimento appartenuto ad un soldato italiano e ritrovato in un campo da alcuni contadini: su questa piastrina si legge chiaramente il nome di Gaetano Danza, del suo papà Giuseppe, della sua mamma Agata Colotti e della sua provenienza, cioè Sant’Agata di Puglia.
Il prof. Scotoni, si rivolge ai suoi amici alpini della sezione di Trento che avviano una ricerca per conoscere la storia che potesse essere legata a quella piastrina, ma soprattutto se era stata solo smarrita da un soldato in fuga o se fosse la conferma di un mancato ritorno a casa. E così, dall’ufficio anagrafe del comune di Sant’Agata di Puglia, giunge a Trento l’amara verità: quel soldato è uno di quelli che non rivide più i suoi cari.
E così la sezione alpini di Trento, nella persona di Ferdinando Carretta, raggiunge Giuseppina Danza, sorella novantenne del soldato e comunica il prezioso ritrovamento che avrebbe sicuramente fatto contenti i suoi genitori vissuti sino a tarda età e che invano aspettarono un corpo su cui piangere o comunque anche qualche notizia o appunto qualche oggetto che avesse potuto raccontare anche i suoi ultimi momenti.
La sig.ra Giuseppina ha voluto essere presente ad Isernia accompagnata dalla famiglia e dall’assessore di Sant’Agata di Puglia Francesco Carrillo e, visibilmente emozionata, ha ringraziato tutti gli alpini intervenuti.
Dopo 70 anni non si può parlare di un lieto fine ma certamente questo casuale ritrovamento è servito, ancora una volta, a ricordare chi dovette combattere una guerra senza volerlo e che si ritrovò a lasciare i propri
La piastrina di Gaetano Danza
sogni, il proprio avvenire, la propria vita su un gelido suolo lontano chilometri e chilometri dai propri affetti.
Ora si aspetta un passo ufficiale del comune di Sant’Agata di Puglia che possa ricordare alle generazioni future, con l’intestazione di una via cittadina o con una lapide, l’abnegazione di un giovane che avrebbe voluto vivere un’altra vita ma che non si tirò indietro davanti al dovere, dinanzi alla necessità di servire la patria e che pagò, insieme a tanti suoi compagni, un prezzo esageratamente alto.
Alberto Mangano
Fonte ilnuovomolise.it
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